La potatura nell’Agro di Trapani 2019

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La potatura nell'Agro di Trapani 2019

Le Quattro Tenute

Coi suoi 420 ettari complessivi, suddivisi tra le tenute di Baglio Sorìa, Borgo Guarini, Dàgala Borromeo e Pianoro Cuddìa, per Firriato il terroir collinare dell’Agro di Trapani rappresenta un contesto d’allevamento composito: merito delle diverse tipologie di argille che determinano gli ordini di suolo, a cui vanno aggiunte le differenze microclimatiche tra zone distanti anche solo pochi ettari l’una dall’altra. In queste contesto emblematico per la viticoltura di collina praticata secondo lo stile Firriato sono necessarie cura e attenzione in ogni momento, soprattutto nel periodo invernale, per quelle operazioni eseguite durante il riposo vegetativo della vite, come la potatura.

Borgo Guarini, la potatura povera

Nell’Agro di Trapani, ognuno dei terroir delle nostre tenute richiede che le diverse pratiche agronomiche vengano adattate alle loro specifiche peculiarità. A Borgo Guarini, in inverno, la potatura scelta è quella povera che, lasciando poche gemme fruttifere, favorisce il corretto sviluppo della vite e dà al Nero d’Avola rese più calibrate nei Cru della Ferla, della Beccaccia e delle Lepre. A questo, va aggiunto che la potatura, in ognuno dei tre diversi Cru, è leggermente distanziata l’una dall’altra, poiché le varie condizioni pedoclimatiche favoriscono una differenziazione organolettica delle uve. Ed è proprio da questi grappoli di altissima qualità, che nasce l’Harmonium, esempio di una viticoltura di precisione vocata all’eccellenza. A Borgo Guarini alleviamo anche alcune delle più importanti uve autoctone a bacca bianca: come il Grillo e lo Zibibbo. Mentre la potatura del primo avviene insieme alle altre varietà, lo Zibibbo viene potato per ultimo, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo: in quei giorni, infatti, le caratteristiche microclimatiche della specifica parte di vigneto in cui è allevato sono ideali per un miglior controllo sanitario dei suoi grappoli. Anche in questo caso, la tecnica di potatura scelta è quella povera che, limitando il numero delle gemme fruttifere, garantisce il perfetto equilibrio tra quantità e qualità: è così che nascono vini come l’Altavilla Grillo e il passito L’Ecrù (da uve Zibibbo), eleganti declinazioni di quel varie gato continente vitivinicolo che è la Sicilia.

Baglio Sorìa, come nasce un top wine

Anche a Baglio Sorìa, alleviamo il Nero d’Avola, insieme a un’altra importante uva autoctona a bacca rossa come il Perricone. Proprio da queste ultime nascono etichette come il Santagostino Rosso e Sorìa Perricone, vini autenticamente siciliani la cui qualità va garantita fin dal vigneto con una potatura chirurgica. Il corretto carico produttivo, infatti, consente di controllare al meglio la maturazione delle uve sulle piante, in particolare, nel caso di varietà di media epoca come il Nero d’Avola o tardive come il Perricone: la tecnica di potatura scelta, così, è quella povera, col suo carico limitato di gemme fruttifere per pianta. La stessa tecnica, che consente di ridurre al minimo i successivi interventi, viene applicata anche a una varietà internazionale che ha fatto della Sicilia la propria terra d’elezione: il Cabernet Sauvignon che, in blend col Merlot, dà vita al nostro top wine Camelot.

Pianoro Cuddìa, la perfetta dormienza delle piante

Per garantire il miglior controllo sanitario delle piante e dei grappoli, la potatura delle piante nella tenuta di Pianoro Cuddia quest’anno non è iniziata come di consueto verso l’inizio di Novembre: abbiamo deciso di attendere le giuste temperature per non alterare la perfetta dormienza delle piante. La tecnica che qui applichiamo è di tipo misto: ogni capo a frutto conta un carico di gemme più alto per le varietà di uve a bacca bianca come il Grillo, e più basso per quelle a bacca rossa come il Nero d’Avola.

Dàgala Borromeo, quando la potatura è mista

Dàgala Borromeo rappresenta il perfetto contesto per allevare una varietà internazionale come lo Chardonnay che, non a caso, dà luce all’elegante Chiaramonte. In questo terroir, le viti – che hanno grande vigore grazie alle peculiari condizioni pedoclimatiche della tenuta – richiedono un complesso lavoro di potatura. Al fine di garantire il miglior equilibrio tra produzione, qualità e durata della vite stessa, anche nel caso dello Chardonnay usiamo un sistema di potatura mista che lascia in ogni pianta le gemme fruttifere necessarie a garantire il giusto carico di grappoli per un controllo maggiore della qualità delle uve.

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