Il diario della nascita di un vino - La genesi della Vigna.
In questi giorni, nella nostra tenuta di Cavanera Etnea, in contrada Verzella a Castiglione di Sicilia – Etna, stiamo realizzando un nuovo impianto di Nerello Mascalese.
Ma come si realizza in concreto un vigneto?
Le fasi e le scelte da fare sono molteplici e fondamentali, perché determineranno l’equilibrio fisiologico, vegetativo e produttivo del vigneto e quindi della qualità delle sue uve negli anni a seguire.
Nella prima fase, quella progettuale, è importante raccogliere tutte le informazioni legate al suolo e al clima e soprattutto osservare il contesto che circonda il nostro futuro vigneto. Noi abbiamo effettuato un campionamento rappresentativo del terreno per svolgere l’analisi del suolo, la quale fornisce indicazioni utili per i futuri sovesci, per la formulazione della concimazione organica d’impianto, il tipo di lavorazioni da eseguire. Ma soprattutto abbiamo in mano le informazioni necessarie per le scelte riguardanti il materiale vegetativo da utilizzare, le future viti, ovvero porta innesti e cloni o selezioni massali.
Una volta effettuate tutte queste scelte, si svolgono le operazioni propedeutiche alla messa a dimora delle barbatelle o dei portainnesti, quali:
– lavorazione a doppio strato tramite ripuntatore che arieggia il terreno;
– la concimazione organica d’impianto, qualora il suolo ha delle carenze di sostanze nutritive,
– il tracciamento dei sesti d’impianto e picchettatura;
La messa a dimora delle barbatelle generalmente viene eseguita a fine inverno in modo tale che possano beneficiare delle prime piogge primaverili e consentire lo sviluppo delle radici che saranno pronte e attive per il germogliamento e per lo sviluppo dei germogli.
Al momento della messa a dimora della barbatella si accorciano leggermente le radici (“barbe”) a 10-15 cm, così facendo si stimola la ri-crescita rapida nel terreno. Le barbatelle possono essere messe a dimora secondo diverse modalità dipendentemente dal tipo di suolo, dalla giacitura e dall’ estensione del futuro vigneto.
In terreni molto ricchi in scheletro si procede con lo scavo di una buca 20 X 20 cm profonda 30 cm, in terreni sciolti e sabbiosi o poco compatti ci si aiuta con la “forchetta”, un’asta con due denti che agevolano l’operazione di penetrazione nel terreno della barbatella, infine possono essere utilizzate moderne macchine trapiantatrici in terreni ampi e meccanizzabili.
È inutile dire che noi sull’Etna, con piccoli appezzamenti terrazzati e presenza di scheletro, eseguiamo l’impianto attraverso lo scavo di una buca e la messa a dimora della barbatella in modo delicato e manuale.
Il punto d’innesto (ossia la “saldatura” naturale tra portainnesto e la varietà di Vitis europea scleta) deve rimanere sopra il livello del terreno per poter meglio germogliare ed evitare eventuali affrancamenti. L’altro aspetto interessante ed anche esclusivo di pochi posti al mondo, come l’Etna, è la possibilità di piantare le varietà scelte, come Nerello mascalese,
Nerello Cappuccio o il Carricante con piede franco, ovvero senza portainnesto, come i pre-fillossera. I suoli fortemente sabbiosi e di origine vulcanica non permettono infatti alla Fillossera di danneggiare le radici delle viti a piede franco.