Firriato: la potatura della vite nelle tenuta di Calamoni di Favignana
La tenuta di Calamoni, caratterizzata da un suolo di bio – calcarenite quaternaria, è il perfetto esempio di come la vicinanza del mare influenzi il profilo organolettico delle uve
La farfalla delle Egadi
La tenuta di Calamoni rappresenta un unicum non solo per l’isola di Favignana, ma per tutte le isole Egadi: il suo, infatti, è l’unico vigneto in produzione dell’intero arcipelago. Esteso per poco più di 5 ettari delimitati dai tradizionali muretti a secco, il vigneto di Calamoni è ubicato nel versante centro – sud dell’isola, sviluppandosi in un habitat unico e irripetibile. Il suolo su cui poggia – a differenza della maggior parte delle isole del Mediterraneo che hanno natura vulcanica, granitica o calcarea – è costituito da una piattaforma di bio – calcarenite quaternaria formatasi lungo milioni di anni e composta da fossili (come conchiglie e scheletri di pesce) sedimentati e inglobati dalla pressione che il mare esercita sul suo stesso fondale.
Un’isola giovane
Ma, nonostante le apparenze, quella di Favignana è una terra molto giovane. Al contrario della maggior parte dei territori dove abitualmente cresce la vite, l’isola è emersa appena seicentomila anni fa, con quella caratteristica concentrazione di calcare nel suolo che conferisce ai vini di Firriato grandissimo profilo e longevità: le radici delle piante, a stretto contatto con la falda acquifera, crescono orizzontalmente, anziché in verticale, mentre le rocce di bio – calcarenite fungono da filtro naturale drenando l’acqua salata.
Un vigneto tra mare e vento
Il vigneto di Calamoni, inoltre, è influenzato di due peculiari fenomeni innescati dall’interazione tra il mare e il Favonio che soffia costante sull’isola. Il vento, infatti, trasporta la Posidonia, una pianta acquatica diffusa solo nel Mediterraneo che, dopo essersi sviluppata nel fondale roccioso, si stacca andandosi ad accumulare sulla costa. Sollevata la Posidonia seccatasi al sole, il Favonio la sparge per il vigneto, contribuendo (insieme al guano dei gabbiani) alla concimazione naturale dei terreni di Calamoni. Il secondo effetto di quest’eccezionale ventilazione è il cosiddetto aerosol marino, attraverso il quale le piante del vigneto vengono irradiate con acqua di mare nebulizzata. Ciò definisce, da un lato, il tipico corredo cromatico dei grappoli, dall’altro, le caratteristiche piccole bruciature sulle foglie provocate dal sale.
La potatura tardiva
Il sistema di potatura scelto per le piante di Calamoni si riparte tra tra quello misto e quello povero, con poche gemme per capo a frutto. Tendendo l’ambiente dell’isola a indurre maturazioni tecnologiche asincrone rispetto a quelle fenoliche e cellulari, aumentare il carico di gemme significherebbe accentuare gli squilibri, con uve non perfette. Inoltre, onde scongiurare qualsiasi danneggiamento, l’epoca di potatura è la più tardiva possibile; una soluzione che, posticipando il germogliamento, riduce il rischio di suscettibilità dei piccoli germogli agli effetti dell’aerosol marino provocato dalle sciroccate.