La potatura 2018 nelle tenute Firriato

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LA POTATURA 2018 NELLE TENUTE FIRRIATO

La potatura 2018 nelle tenute Firriato

Le piante, in inverno, vanno in letargo, ma le attività nel vigneto non si fermano mai. I viticoltori, così come durante la vendemmia estiva hanno affrontato il sole, sfidano le rigidità tra dicembre e febbraio per effettuare la potatura della vite. Questo “taglio”, che serve a controllare le quantità dei grappoli, indirizza con precisione la produzione delle piante una volta che si saranno risvegliate, disponendo i futuri tralci nel corretto orientamento verso la luce del sole e regolando così il numero delle gemme fruttifere. Tuttavia, a luoghi diversi corrispondono potature diverse, e in quanto a diversità Firriato è certamente maestra. Tra Cavanera Etnea, le quattro tenute nell’agro di Trapani e Calamoni di Favignana, i metodi di allevamento e le condizioni pedoclimatiche in cui sono inscritti i vigneti dell’azienda cambiano in maniera anche radicale, passando dalla viticoltura di montagna dell’Etna al vento che spazza il mare delle Egadi, come dal metodo di allevamento ad alberello alla controspalliera.

Ogni anno una nuova veste

Il team di persone che, tra le tenute di Firriato sparse per la Sicilia, collabora attivamente alla potatura della vite, è l’emblema della cura che l’azienda della famiglia Di Gaetano rivolge a questa delicatissima fase produttiva in vigneto. Un lavoro di precisione chirurgica che comincia prima di Natale con la potatura d’allevamento, la quale modella la forma della pianta e ne garantisce un corretto sviluppo. In primavera, viene poi effettuata una seconda potatura della vite, la cosiddetta pota verde, finalizzata a conservare un armonico equilibrio tra vegetazione fogliare e grappoli. Si tratta di un’opera sartoriale, vissuta in perfetta simbiosi con una Natura che i viticoltori di Firriato esaltano applicando quelle conoscenze agronomiche che, di padre in figlio, sono state loro trasmesse. È attraverso questa rigorosa selezione che uve come Nerello Mascalese e Catarratto, Perricone e Grillo, Nero d’Avola e Zibibbo acquisiscono quelle nuances tipicamente siciliane che conferiscono una così potente identità territoriale ai vini di Firriato.

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