Tre cose da sapere sul Nero d’Avola

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TRE COSE DA SAPERE SUL NERO D'AVOLA

Un po’ di storia

Il Nero d’Avola apre il 2018 con la sua storia millenaria

Quando un solo nome evoca un intero territorio, è la dimostrazione che possiede una storia talmente radicata da valicare gli ordinari confini. È il caso del Nero d’Avola, re dei vitigni a bacca rossa siciliani. Vino antico e caldo come il sole che bacia quest’isola, salino come il Mediterraneo e incandescente come un’eruzione della natura. La zona tipicamente vocata a questo vitigno d’origine greca è la Sicilia sudorientale; tuttavia, Firriato, nelle sue tenute nell’agro di Trapani come Borgo Guarini e Baglio Sorìa, ha trovato per il Nero d’Avola un ambiente ideale, le cui caratteristiche gli donano inedita complessità, come i grandi attori che si esaltano nelle nuove parti. Il Nero d’Avola anche nel 2018 sarà un protagonista indiscusso della DOC Sicilia.

La ricchezza sensoriale

Profumi e sentori dal carattere mediterraneo

Di colore rosso rubino intenso, è invecchiando che il Nero d’Avola tende al granato. Quando è giovane, e vinificato in acciaio, conserva un aroma fruttato d’amarena, prugna e more. Con l’affinamento in legno, invece, il bouquet si arricchisce di profumi più complessi ed eterei. Al frutto si uniscono nuance speziate, cuoio, carruba, liquirizia, cannella, sentori tostati e balsamici. Di buon corpo, ha un grado alcolico piuttosto elevato, con trama tannica morbida e un’acidità che ne garantisce un buon potenziale d’invecchiamento. Ma con cosa abbinarlo? Certamente coi grandi primi della tradizione siciliana, con le carni grigliate e, nelle sue versioni più giovani e fragranti, persino con una dolcissima tagliata di tonno.

Le etichette di Firriato

Anche nel 2018 il Nero d’Avola è primo attore tra le etichette Firriato

Un’uva così tanto legata alla storia di Sicilia non poteva che dar vita ad alcune delle migliori etichette di Firriato. A partire dall’Harmonium, top wine intessuto a mano attraverso la raccolta delle uve Nero d’Avola nei tre diversi cru di Borgo Guarini. Oppure il grande classico Chiaramonte, vino apprezzato da critica e pubblico, esempio di come il Nero d’Avola sia riuscito a risplendere di luce nuova nell’agro trapanese. E come non parlare del Caeles Bio, vino biologico frutto dell’impegno trentennale di Firriato nei temi della sostenibilità. Infine, tre blend dove col Nero d’Avola si sposano le altre straordinarie uve rosse siciliane: il Santagostino Rosso, il Quater Vitis Rosso e Favinia Le Sciabiche, espressione autentica de “la farfalla delle Egadi”, Favignana.

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