IL SOVESCIO RESTITUISCE L’ENERGIA AL SUOLO
Il tempo della rigenerazione
In autunno la natura sembra fermarsi
Inizia il tempo della rigenerazione. Alcuni animali vanno in letargo, alcune piante perdono le foglie e nel vigneto che ha donato i suoi frutti più belli inizia una nuova fase. Le viti, ancorate ai lunghi filari, mostrano orgogliose i loro tralci spogli. È arrivato il momento di seminare per garantire il raccolto della prossima annata. E davvero stamattina abbiamo seminato. Si tratta di favino, una piccola pianta leguminosa che garantisce a Firriato di praticare una viticoltura secondo uno stile ben preciso, finalizzato a preservare in modo naturale il “capitale suolo”.
I terreni delle sei tenute agricole sono concimati esclusivamente in regime di agricoltura biologica e vengono utilizzati solo metodi green friendly. Dalla bio masse residuali della vendemmia al sovescio, tutto secondo proporzioni e quantità che variano di anno in anno.
Il sovescio
Questa mattina è iniziato appunto il sovescio. È una pratica agronomica che determina un aumento dell’azoto e dell’azoto organico nel terreno con un arricchimento naturale microbiologico. Il sovescio favorisce anche la biocenosi cioè, la simbiosi tra piante e batteri. Per questa pratica, Firriato utilizza il favino, la veccia e l’orzo. Sono piante che danno apporti differenti nel vigneto.
Il favino, per esempio, è più indicato per il suo apporto di azoto assimilabile ad azoto organico mentre la veccia, che si presenta meno competitiva nel vigneto, consente di praticare una viticoltura di precisione assoluta.
Questi semi sono prodotti direttamente da Firriato sempre in costante regime biologico. Vengono seminati a filari alterni e in quelli in cui non si semina lasciamo che crescano le erbe autoctone. Gli effetti positivi di questa pratica agronomica di precisione sono immediatamente tangibili.
Firriato non utilizza fertilizzanti chimici e preserva il territorio rispettandone le componenti naturali.
È un punto di orgoglio al quale non rinunceremmo mai.