Firriato certifica con DNV GL le proprie emissioni di CO2

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L’azienda vitivinicola siciliana certifica con DNV GL le proprie emissioni di CO2 secondo lo standard ISO 14064

Firriato, l’azienda vitivinicola siciliana al top enologico in Italia (secondo il Palmares 2014), è tra le prime cantine italiane ad aver ricevuto la certificazione ISO 14064 dal prestigioso ente di certificazione internazionale DNV GL per la quantificazione delle proprie emissioni di CO2 e gas a effetto serra.

La certificazione, arriva al termine di un’attività di verifica che ha interessato tutte le fasi produttive – dall’arrivo delle uve sino all’’imbottigliamento – e che ha permesso allo storico marchio del vino di quantificare le proprie emissioni di CO2 e gas serra, punto di partenza fondamentale per pianificare nuove dinamiche di intervento ambientale.

La certificazione ottenuta è l’ulteriore tassello del percorso di Firriato nella valorizzazione dei processi di sostenibilità e della tutela ambientale, che spazia dalla gestione agronomica dei vigneti nei diversi habitat, in cui si è insediata l’azienda con scelte che premiano la naturalità, alla tutela della biodiversità grazie al Biologico Certificato, sino all’innovativo recupero eco-compatibile delle antiche strutture seicentesche di Baglio Soria nel Trapanese e di Cavanera sull’Etna.

In meno di dieci anni, Firriato ha avviato un cammino proiettato a costruire un futuro diverso, dove i temi dell’agricoltura rispettosa dei cicli produttivi della terra, dello sfruttamento delle energie rinnovabili e della responsabilità sociale diventano il modo di fare impresa del vino di qualità in Sicilia.

Dalle prime certificazioni per la tutela dell’ambiente, Firriato ha saputo innalzare il proprio profilo green ed ha confermato l’attenzione non solo alla qualità dei suoi vini, ma anche al raggiungimento di più avanzati standard di efficienza ambientale e sostenibilità.

Ad oggi Firriato, tra le prime aziende vitivinicole di qualità ad aver certificato l’intera produzione, annovera le certificazioni ISO 9001, ISO 14001, ISO 22005, IFS, BRC e Biologico Certificato (legge CE 834/07).

Tutte le fasi di produzione sono regolate dalla certificazione ISO 14001, che Firriato ottiene tra le prime aziende nel 2004 e che garantisce la riciclabilità della quasi totalità dei materiali utilizzati per il packaging.

La UNI EN ISO 22005 garantisce la tracciabilità della filiera dal ricevimento delle uve, alla vinificazione, lavorazione e imbottigliamento. Il BRC FOOD Certificate con il grado A controlla la fase di produzione e imbottigliamento dei vini tranquilli. DNV GL – Business Assurance ha conferito all’azienda il livello “Higher” per la fase di affinamento, miscelazione e imbottigliamento dei vini e il BioAgriCert la certificazione di conformità in materia di produzioni da agricoltura biologica.

“Giungiamo a questo nuovo e impegnativo traguardo – spiega Federico Lombardo di Monte Iato, Responsabile Marketing Firriato – dopo aver completato gli interventi in campagna, con il Biologico Certificato in tutte le tenute agricole di famiglia. La tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio sono fattori importanti che concorrono, quanto e come vitigno e terroir, a definire la qualità dei nostri vini. Sono sempre più numerosi i consumatori che premiano, nelle loro scelte di consumo, le aziende che fanno bene all’ambiente e che, con senso di responsabilità, mettono in atto pratiche virtuose sul territorio. Che questa verifica innovativa sia stata portata avanti da un’azienda importante del Sud, in Sicilia, ci riempie di fiducia per il futuro. Firriato si conferma una delle aziende più dinamiche del comparto vitivinicolo, sensibile alle sfide in difesa dell’ambiente, della biodiversità e dell’identità del territorio”.

Carmine Lamanna, Food&Beverage Manager di DNV GL – Business Assurance in Italia, ha aggiunto “Agire pensando di non consumare le risorse di cui si dispone è un comportamento di sostenibilità che ogni organizzazione dovrebbe adottare. Per Firriato il territorio è un bene da preservare ed è una ricchezza che genera valore anche per i propri prodotti. La misurazione dell’impronta di carbonio consentirà all’organizzazione, tra le prime del comparto vitivinicolo in Italia, di pianificare le azioni per controllare e ridurre le proprie emissioni di gas serra confermando le proprie politiche di tutela ambientale verso la terra da cui prende i natali l’eccellenza dei propri vini, riconosciuta non solo in Italia ma anche in campo internazionale”.

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