Firriato ha dovuto calibrare l’attività di gestione delle vigne differenziando, di volta in volta, approccio e scelte agronomiche. La vigoria delle piante comporta l’inerbimento dei terreni argillosi, così da sottrarre potenza e creare competizione nel filare; la potatura è stretta, lasciando poche gemme fruttifere, così da che le rese siano più calibrate. Ma più scendiamo a valle, avvicinandoci al letto del torrente, più i terreni diventano fertili e rigogliosi. È qui che, a volte, è necessario diradare i grappoli seguendo l’andamento della stagione. Più le temperature salgono e più – in regime di aridocoltura – è necessario monitorare la vegeto-produzione e lo stato vitale delle piante. Lo stress idrico non deve comunque compromettere o fermare la maturazione dei grappoli. Sapidità, colore, grado zuccherino e complessità aromatica diversi, eppure le varietà di Grillo, Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon e Zibibbo impiantate producono uve con caratteristiche qualitativamente uniformi. Il Syrah coglie le medesime condizioni pedoclimatiche del Nero d’Avola, con cui condivide il costone collinare. Il Cabernet Sauvignon, invece, impiantato in una zona più bassa, richiede una maturazione più lenta e regolare. Ed è su questi stessi suoli che il Grillo trova le condizioni ideali per uno sviluppo completo della pianta e dell’apparato radicale: le macchie argillose consentono, infatti, uno sviluppo verso il basso delle radici, creando così un habitat perfetto per ottenere acini piccoli e di qualità eccelsa. La ricchezza del terroir favorisce la coltivazione della vite in un regime di aridocoltura, e la pianta produce uve in quantità ridotta a beneficio della qualità dei grappoli. Nella tenuta di Borgo Guarini, come in tutte le altre tenute Firriato, il metodo della famiglia Di Gaetano è sempre quello: cura e preservazione del territorio che si sintetizzano in una agricoltura biologica mantenuta in ogni fase colturale, vendemmia compresa.